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Finalità
L'istituzione della Riserva persegue, in particolare, le seguenti finalità:
La vegetazione originaria di Ventotene era formata da una foresta di lecci e da macchia mediterranea lungo la costa. L'attuale vegetazione di Ventotene è molto degradata, risultato di un'intensa un'attività umana, iniziata con i primi coloni settecenteschi, e conserva ben poco della vegetazione originaria. Troviamo essenzialmente coltivazioni ortive e pareti di fichi d'india e agavi.
Solo in alcune zone dell'isola (ad esempio Punta dell'Arco) i pendii scoscesi a picco sul mare, difficilmente coltivabili, hanno conservato parte della coltivazione originaria (leccio, lentisco, mirto, ginepro, euforbia arborescente, artemisia, rosmarino, caprifoglio mediterraneo, palma nana, smilace); tuttavia anche nelle zone meno coltivate insediamenti di vegetazione introdotta dall'uomo in epoche più o meno recenti (fico d'india, agave, aloe, oleandro, ailanto, ricino, gelso nero, fico degli ottentotti, etc.)
Nelle aree più degradate poi, in seguito ad incendi e ad altre attività umane, dominano piante caratteristiche di questo tipo di ambienti (ginestra, enula, ferula, cardi selvatici, carota selvatica, rovo, atc.)
Nella gariga (con questo termine vengono indicati vari stadi più o meno degradati della macchia mediterranea) di Ventotene vanno distinte:
Le specie presenti sono in massima parte comuni anche nelle altre isole tirreniche di origine vulcanica.
Nonostante l'intenso sfruttamento agricolo sia a Ventotene che a S. Stefano sono presenti piante molto rare come il Fiordaliso delle scogliere (la Centaurea cineraria, una Composita delle rupi, coperta di fitta lanugine bianca, nella sua varietà pandataria, endemica dell'isola), la Palma nana (Chamaerops humilis), recentemente scoperta in un solo luogo di Ventotene (ma già segnalata sia a Ponza che a Palmarola) e tre piccole Plumbaginacee: il Limonium pontium varietà pontium e varietò pandataria ed il Limonium multiforme nella varietà sanctistephani, quest'ultimo presente soltanto sull'isolotto di S. Stefano sulle rupi prossime al mare.In un lavoro del 1975 (Flora e vegetazione delle isole Ponziane di Anzalone e Caputo) sono state citate per Ventotene e S. Stefano 76 famiglie di piante per un totale di 488 specie.
La nascita dell'arcipelago Pontino si colloca tra la fine del Terziario ed il Quaternario antico ovvero da 3 a 1,3 milioni di anni fa e la formazione delle isole sarebbe durata oltre 500 mila anni. Ventotene e S. Stefano si differenziano dalle altre isole dell'arcipelago sia cronologicamente in quanto più recenti, che geologicamente, essendo formate da differenti tipi di rocce.
La formazione di Ventotene ebbe inizio circa 1.700.00 anni fa da grandiose eruzioni vulcaniche. Le dimensioni e la forma dell'isola inizialmente erano molto diverse dall'attuale, l'erosione marina ed eolica hanno portato l'isola alla forma odierna. Circumnavigando l'isola partendo da Punta dell'Arco, punta a sud-ovest nonchè parte più elevata dell'isola, si può notare un alto strato di nere rocce basaltiche, formatesi da una grande colata lavica derivata da eruzioni effusive, su di esso si estese uno strato di ceneri e lapilli che formarono successivamente il nucleo dell'isola.
Andando da Punta dell'Arco verso Cala Nave, possiamo notare un contorno tormentato ed una stratificazione geologica con gli strati nettamente differenziati tra loro anche nel colore, dal giallo al rosso e andando via via in basso di colore più scuro, compatti e forti.
L'estremità settentrionale di Ventotene, dagli scogli del faro a Punta Eolo, è composta da una un'imponente complesso tufaceo formatosi da eruzioni successive e differenti da quelle che crearono il primo nucleo, depositatosi a ridosso del corpo basaltico già precedentemente formato e consolidato. Concludendo il giro dell'isola da Punta Eolo a Punta dell'Arco ritroviamo un aspetto simile al lato opposto con la presenza di una profonda insenatura chiamata Parata Grande. L'orografia di Ventotene è caratterizzata da valli sospese e da dirupi verticali e la costa è caratterizzata da falesie, promontori sporgenti e grandi lingue di nero basalto a mare, caratteristiche dovute all'arretramento della costa a causa della scarsa erosione del basalto, base dell'isola ed al contrario dall'eccessiva erosine del tufo, dalla mancanza di corsi d'acqua ed dalla scarsa piovosità.
Vegetazione delle rupi costiere
Comunità di tipo primario, cioè non modificate dall'azione antropica e di elevato pregio naturalistico, sono invece le conformazioni vegetali che occupano la cintura costiera e ospitano specie stremante specializzate date le condizioni restrittive degli ambienti da loro colonizzati. In questa fascia sono segnalati alcuni endemismi di alto valore. Percorrendo le rupi costiere dall'entroterra al mare sono individuabili due forme di vegetazione. Nella parte più arretrata della scarpata costiera, a contatto con le formazioni delle garighe e della macchia mediterranea, viene segnalata una stretta fascia di vegetazione ove si riscontra la presenza di camefite e nanofanerofite semialofile quali: Thymalaea irsuta, Helichrysum litoraneum (endemismo mediterraneo), Matthiola incana e Senecio bicolor. A Ventotene, in particolare, tale cenosi è arricchita dalla presenza di Centaurea cineraria var. mandataria, specie endemica dell'isola. La fascia della scarpata costiera più bassa, interessata periodicamente dal disturbo meccanico delle onde e costantemente nebulizzata dalla salsedine, ospita una vegetazione alofita estremamente specializzata, a copertura rada, costituite da popolazioni di Crithmum maritimum e Limonium spp.
Tale vegetazione è di straordinario valore per la ricostruzione dei processi paleogeografici di formazione delle isole e dei legami con altre terre lontane; in particolare è da segnalare la presenza di Limonium pontium var. pandatariae endemico dell'Arcipelago Pontino e frequente soprattutto a Ventotene. Si tratta infatti nel caso di Limonium, di agamospecie, stirpi apodittiche con enorme potenziale di differenziazione autonoma in siti localizzartissimi.
Le pendici rupestri prossime alle zone coltivate sono fortemente caratterizzate da indivui di specie alloctone introdotte in tempi antichissimi quali Opunzia ficus indica, Agave altissima, Carpobrotus edulis che un tempo erano circoscritte alle siepi e che attualmente hanno colonizzato copiosamente tali ambienti.
Vegetazione degli incolti
Tutte quelle aree del territorio un tempo occupate da coltivi che attualmente si trovano in stato di abbandono offrono condizioni edafiche favorevoli allo sviluppo di cenosi prative particolarmente ricche di flora erbacea come: Galactites tormentosa, Echium plantagineum, Trifolium angustifolium, Foeniculum vulgare, Briza maxima, Carlina corymbosa, Dactilis glomerata, Catapodium rigidum, Aegilops genicultata, Vulpia ciliata. Estremamente frammentati e puntiformi sono inoltre gli aggruppamenti di vegetazione più spiccatemente nitrofila che occupano a tratti le aree più o meno coltivate, gli spiazzi in prossimità delle case e degli orli delle strade, oppure coltivi abbandonati da non più di dieci anni. Tali cenosi sono caratterizzate dalla presenza di Brassica fruticulosa spp., Hordeum murinum, Lolium perenne, Hyosciamus albus, Galium aparine, Borago officinalis. Altri aggruppamenti nitrofili di zone caratterizzate da una certa umidità edifica sono popolamenti dominati da Smirnium olusatrum, Silibum marianum, Lavatera critica, Urtica dubia.
Vegetazione igrofila
Per la sola isola di Ventotene individuate in prossimità di piccole depressioni umide alcune stazioni con popolamento vegetazionale caratterizzato dalla presenza di Isoetes histrix, I. duieui, Radiola linoide, Juncus capitatus e Menta pulegium. Tale cenosi è strettamente legata a condizioni stazionali caratterizzate da un'umidità temporanea del substrato che si verifica dall'autunno alla primavera. Fluttuazioni occasionali dell'umidità possono determinare la scomparsa delle specie più igrofile a vantaggio di quelle dei prati serici circostanti.
Vegetazione alo-psammofila degli arenili
La costa è principalemente costituta da rupi estremanete scoscese e spesso a strapiombo, i tratti di spiaggia sono estremamente rari e di estensione ridotta. Data la scarsa profondità degli arenili, la vegetazione alo-psammofila è rappresentata da frammenti rarefatti di vegetazione ad Agropyron junceum spp. Mediterraneum, Euphorbia peplis, Matthiola tricuspidata, Euphorbia paralias, Cynodon dactylon.
Vegetazione introdotta a scopo agricolo
Sull'isola è ancora praticata l'orticoltura con produzione di leguminose e solanacee (lenticchie, fagioli, piselli, peperoni, patate e pomodori, ecc.) e si riscontra la presenza di essenze arboree di origine esclusivamente antropica, alcune delle quali trapiantate per l'arredo urbano come: Quercus pubescens (roverella), Robinia pseudoacacia (robinia), Ailanthus glandulosa (ailanto) ed altre per attività ortofrutticole come Ficus carica (fico), Morus nigra (gelso nero), Morus alba (gelso comune), Cydonia oblunga (cotogno), Prunus persica (pesca), Pyrus comunis (pero comune), Prunus armeniaca.