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1 - Localizzazione della Biocenosi
2 - Descrizione
La distribuzione del popolamento del coralligeno è sottoposta ad una combinazione di fattori biotici e abiotici tra i quali: la luce, la circolazione delle acque, la temperatura, il deposito di sedimenti e le interazioni biologiche. Il coralligeno si ritrova sulle pareti rocciose o sulle rocce dove le alghe calcaree possono costituire delle costruzioni biogeniche. A causa della loro sensibilità alla luce queste alghe calcaree sono limitate verso l'alto per la forte illuminazione ed hanno un'estensione verso il basso limitata a causa della quantità di energia luminosa necessaria alla loro fotosintesi. La profondità media di questo habitat è situato tra i -30 e -60m. Se le acque sono molto limpide il Coralligeno si sposta più in profondità fino a -60 -90 m. al contrario dove le acque sono molto torbide si assiste ad una risalita verso profondità minori. Una tale risalita può anche essere osservata lungo le pareti rocciose debolmente illuminate. L'escursione termica delle variazione stagionali a questo livello è variabile, è stata osservata una certa tolleranza alle fluttuazione di salinità ed una sedimentazione eccessiva delle particelle fine rende la crescita più lenta. Il coralligeno può presentare diversi tipi fisionomici come il coralligeno di parete che ricopre il substrato roccioso al di là delle alghe fotofile con un concrezionamento più o meno spesso, e un'abbondanza di grandi invertebrati come Paramuricea clavata, Eunicella spp., Lophogorgia sarmentosa.
Il concrezionamento che si forma può essere spesso anche qualche metro e rivestire aree più o meno grandi, le specie costruttrici sono le alghe Corallinacee e Peyssonneliacee.
3 - Principali caratteristiche di riconoscimento
Costruzione biogena più o meno importante situata sulle pareti rocciose o sotto forma di massiccio sul fondo. Abbondanza di grandi invertebrati. Questo habitat si colloca tra i -30 e -90m e costituisce dei paesaggi di grande valore estetico.
Nomenclatura fitosociologica: Alleanza Lithophyllion grandiusculi Giaccone 1965, associazione Lithophyllo-Halimedetum tunae Giaccone 1965, Rodriguezelletum stafforettii Augier et Boudouresque 1975, Phymatholitho-Lithothamnietum coralloides Giaccone 1965.
4 - Specie caratterizzanti
La biodiversità di questo habitat è molto elevata, le specie più tipiche sono:
5 - Interesse per la conservazione
Il Coralligeno è considerato come un crocevia ecologico che riunisce, grazie all'estrema eterogeneità strutturale dell'habitat un numero importante di compartimenti ecologici, che vanno dalla biocenosi delle alghe infralitorale ai fanghi batiali. L'insieme di alghe consolidate e compattate dagli invertebrati costruttori, creano dei microambienti che favoriscono l'insediamento di una fauna molto variegata. A causa di questa ricchezza e di questa gran diversità si considera che il coralligeno è uno degli habitat con il più grande valore ecologico del Mediterraneo.
6 - Tendenze evolutive, vulnerabilità, potenziali minacce
L'esistenza del coralligeno è dominata dalla dinamica di costruzione e distruzione; in effetti, le alghe Corallinacee Peyssonneliacee nonché alcuni invertebrati costruttori partecipano alla formazione biogenica, ed altri invece corrodono e distruggono la costruzione.
Alcuni disequilibri dell'ambiente come l'inquinamento dell'acqua possono diminuire l'attività degli organismi costruttori e favorire l'attività di quelli demolitori.
Come tutti gli habitat litorali, il Coralligeno subisce l'effetto della pesca e del turismo subacqueo.
L'inquinamento delle acque agisce sul coralligeno in due maniere: per la qualità chimica delle acque, e per l'aumento della sostanza in sospensione.
Gli effetti dell'inquinamento si manifestano in una diminuzione della ricchezza specifica globale, una diminuzione della densità degli individui, un rallentamento dell'attività biocostruttrice.
La pesca non controllata ha modificato la struttura dei popolamenti portando ad una diminuzione di certe specie di crostacei e di pesci.
Un altro elemento di disturbo è l'ancoraggio in certe zone che provoca danni alla struttura rocciosa, inoltre l'alto tasso di frequentazione può avere un effetto negativo. Lo strappo volontario o meno il prelevamento di alcune specie, sono fattori che incidono negativamente allo sviluppo della biocostruzione.
Infine l'invasione della Caulerpa taxifolia può essere considerato come un ennesimo fattore di disturbo potenzialmente grave.
7 - Gestione e stato di conservazione
Sorveglianza della qualità delle acque litorali. Gestione ristretta della pesca in particolare di alcune specie, per proteggere la ricostruzione di popolazioni danneggiate.
Gestione ed educazione del turismo marino in particolare dell'immersioni subacquee.
Certe zone possiedono dei concrezionamenti di alto valore, che devono essere l'oggetto di protezione ponendoli in siti protetti o riserve.
Sorveglianza dell'estensione della Caulerpa taxifolia.
8 - Facies ed associazioni
Diverse facies ed associazioni sono state descritte in questa biocenosi tra cui possiamo ricordare: